La risposta è NO e ti spieghiamo il perchè
“L’eccessivo valore che diamo ai minuti, la fretta, che sta alla base del nostro vivere, è senza dubbio il peggior nemico del piacere.”
Hermann Hesse
Che la fretta sia un atteggiamento poco consigliabile, lo possiamo riscontare anche in vecchi proverbi come “chi va piano, va sano e va lontano” o “la gatta frettolosa fece i gattini ciechi”.
Fare le cose in fretta aumenta il rischio di commettere errori e diminuisce il piacere che si prova nello svolgimento di un’attività, la fretta è la nemesi del concetto di hic et nunc, il “qui e ora” che è alla base del benessere e dell’equilibrio personale.

Non a caso, il primo esercizio che si impara ad un corso di training autogeno è quello della calma e il raggiungimento di uno stato di calma è il presupposto fondamentale per poter imparare correttamente la tecnica e sperimentarne gli innumerevoli benefici; avere la mente calma, permette di rivolgere l’attenzione al mondo interno e a ciò che il nostro corpo ci sta comunicando in quel preciso istante.
Facciamo una prova!
Guarda l’ora e chiudi gli occhi.
Libera la mente dai pensieri e concentrati sulle sensazioni corporee.
Se arriva un pensiero, apri gli occhi e guarda nuovamente l’ora.
Quanto tempo è passato?
Generalmente molto poco perchè, come per tutte le nuove abitudini, ci vuole tempo da dedicare all’allenamento per imparare l’arte della concentrazione e dell’ascolto passivo.

Questo discorso vale per tutti gli esercizi che insegniamo durante i corsi di training autogeno e viene spiegato ancora meglio dalle parole del dott. Roberto Baruzzo.
“La continua ripetizione di ogni esercizio favorisce una serie di benefici: la percezione del contenuto di una formula diventa sempre più intensa e chiara, aumenta la regolarità dei risultati, diminuisce il tempo necessario per la trasformazione da formula mentale a funzionalità somatica a sensazione psichica, viene facilitata la concentrazione, riduce il disturbo degli stimoli esterni, rende possibile il TA anche in condizioni difficili, il processo viene automatizzato, si riduce la tensione dell’attenzione facilitando la passività, consente di disimparare comportamenti acquisiti che ostacolano il nostro sviluppo ed equilibrio.
Questi sono i motivi per cui è indispensabile un regolare allenamento con questa tecnica autonomamente, così che questi benefici divengano gradualmente e progressivamente autonomi e si giunga a un ascolto passivo di quanto si manifesta.”
Quindi, l’apprendimento del training autogeno va applicato in maniera graduale ed è per questo motivo che i corsi durano varie settimane – e non 1 o 2 giorni! – durante le quali l’allievo viene seguito nel suo percorso di apprendimento ed aiutato a diventare sempre più autonomo nello svolgimento degli esercizi.
Dott.ssa Sarah Pederboni
Dott.ssa Alessandra De Sanctis